Durante la seduta congiunta della VII Commissione di Camera e Senato, nel pomeriggio di martedì 22 novembre, la Ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini ha esposto parte delle sue linee programmatiche. Nel tripudio, più che consueto oramai, di ‘eccellenza’ e ‘merito’, condito con l’aumento (ancora?!?) dei finanziamenti privati alla ricerca, la Ministra ha dedicato le battute finali alla riforma del preruolo, chiarendo che il contratto di ricerca non partirà dal Primo gennaio prossimo, come indicato dalla Legge 79/2022, ma ci sarà una proroga per gli assegni di ricerca.
È chiaro che l’intervento della Ministra Bernini è stato non poco problematico. Nell’annunciare la proroga, ha lasciato intendere che, quello della ricerca, non sarebbe lavoro dipendente, difendendo implicitamente l’istituto dell’assegno di ricerca, con ambigui riferimenti alla positiva nonché sostanziale libertà della para-subordinazione (l’assegno, dal punto di vista delle tipologie contrattuali, è un Co.co.co.).
Le parole della Ministra sono dunque lo stimolo per rilanciare con forza e determinazione la lotta: intanto la proroga che, se davvero deliberata, eviterà un’emorragia di posti di lavoro (1/3 delle/degli assegniste/i), obiettivo per noi decisivo; ma servono subito risorse per superare, una volta per tutte, la precarietà di massa nella ricerca pubblica. Il contratto di ricerca va difeso, ed è pure giunto il momento di alzare l’asticella: va ridotto il tempo del preruolo e, con risorse aggiuntive, avviato un piano straordinario di reclutamento che faccia fronte ai 20.000 strutturati andati perduti dal 2008 a oggi.
Per quanto riguarda la proroga, nonostante non siano stati specificati i tempi, fondamentali per tutelare chi si trova nel limbo del rinnovo o della scadenza del proprio assegno, l’annuncio della Ministra segnala che la mobilitazione messa in campo nelle ultime settimane, a partire dalla grande assemblea nazionale del 4 novembre e dal protagonismo delle e dei ricercatrici/ricercatori precari nella giornata del 18 novembre, sta cominciando a fare breccia.